martedì 5 agosto 2008

my favourite things - i sentieri del cielo


Ho incontrato questo romanzo casualmente,dopo l' ascolto distratto di un'intervista radiofonica all'autore,Luigi Guarnieri. Sempre casualmente mi sono ritrovato fra le mani il volume in questione, ed essendo consapevole che dietro a ciò che noi chiamiamo "il caso" vibrano gli inintellegibili messaggi degli dei,l'ho comprato e l'ho letto.Tutto d'un fiato.E mi sono ritrovato risucchiato in un romanzo storico che si rivela da subito profondamente cinematografico, dove la narrazione si articola attraverso sequenze ed inquadrature dense di immagini e visioni.Il brigantaggio,la questione meridionale,l'etnografia e persino la licantropia, diventano temi e suggestioni di un'opera narrativa che,se fosse un film, evocherebbe i nomi di Sergio Leone e di Sam Peckimpah.L'azione si svolge sulla Sila nel 1863, durante lo stato d'assedio dettato dalla legge Pica, che affidava le competenze per i reati di brigantaggio ai tribunali militari ed all'uso indiscriminato della legge di guerra. La prima guerra "civile" dello stato italiano viene realisticamente descritta come un conflitto etnico tra esercito e banditi, scandito da atrocità inaudite,rappresaglie e migliaia di morti tra le popolazioni civili. Dentro questa cornice si articola la vicenda dei due antagonisti,il maggiore Albertis ed il bandito Boccadoro.E' bene precisare che qui i buoni non esistono,non si produce la retorica del bene contro il male,forse perchè in fondo è il male a dominare e a permeare ogni cosa, e tutti sono spinti alla ferocia ed alla violenza da ragioni diverse ma in qualche modo complementari.Infatti la risultante finale delle motivazioni "progressiste" del maggiore Albertis,braccio armato dell'ideologia positivista del nuovo stato che s'avanza, è la medesima ed insostenibile "simmetrica violenza" del Bandito Boccadoro,che invece incarna un mondo ancestrale, magico, pre-storico. Alla fine sembra che Guarnieri raccontandoci di "uno scontro tra civiltà" di ieri abbia in realtà evocato i nostri giorni,la "war on terror" delle "grandi democrazie" occidentali,le guerre in Irak o in Afghanistan. Le analogie esistono...leggere il romanzo per credere.
Concludo riportando le parole di Carlo Levi citate da Guarnieri:
"Le sole guerre che tocchino il loro cuore sono quelle che hanno combattuto per difendersi contro la civiltà, contro la Storia, e gli Stati, e la Teocrazia e gli Eserciti. Sono le guerre combattute sotto i loro neri stendardi, senz'ordine militare,senz'arte e senza speranza:guerre infelici e destinate sempre a essere perdute; feroci e disperate, e incomprensibili agli storici."

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