domenica 3 agosto 2008

guerra e pace

Il vento del sabato ed è subito sera e poi cosce e tacchi e culi. Un richiamo suadente. "A noi!" risponde il villaggio. Settimane docili, prodotte in serie e messe in fila. Vite che si flessibilizzano verso il vuoto pneumatico di domani. Per oggi la bassa pressione ti sbilancia verso l'asfalto. La tua è una visione ad articolazione casuale. L'inquadratura A preme involontaria contro l'inquadratura B. Tu hai partecipato al montaggio, ma quanti raccordi falsi, sbagliati. Stai pensando ad una motrice che deraglia, ed i vagoni dietro si schiacciano, uno dentro l'altro.
Sei sopravissuto al dondolio dei bar nei pomeriggi d' agosto, a cieli troppo bianchi per urlare, al fumo, alla polvere,alle pillole. Sei sopravissuto ai bicchieri che si rompono. A quello che hai cercato tra le cosce delle donne ed hai chiamato amore. A quello che ci hai trovato ed hai chiamato prima Waterloo, poi Sant'Elena.


Oggi hai trentaquattro anni e finalmente ti è cresciuta la barba.

1 commento:

Anonimo ha detto...

e CHE barba!!
Eh si, il vuoto pneumatico ci circonda. L'era glaciale sta arrivando. Il sole sta zoomando. Il grano cresce male...Sul sito di Giulietto Chiesa c'è scritto che sopravvive solo chi cambia. Sarà vero? In ogni caso, la barba in quanto tale è foriera di destini di grandezza e saggezza. Guarda l'Imperatore Adriano. O Carlo Magno. O Karadzic.
bel blog, comunque.
Ila