venerdì 17 ottobre 2008

Il mito della caverna

Lo stato delle cose riposava nella misura del dopo cena,dentro la risposta neutra dei neon,lungo la traiettoria d'asfalto del parcheggio qui sotto. Noi intanto mantenevamo il controllo dei nostri avamposti. Interpretavamo significati,protetti dalla relativa sicurezza di una casa,di un lavoro,degli affetti. Decodificavamo simboli. Attraversavamo flussi di informazioni.

Ma il nostro giorno dopo giorno scorreva unicamente nelle ombre riflesse sulla parete della caverna. Nessuno tra di noi, schiavi inconsapevoli,che spezzasse le catene. Nessuno che fuggisse per uscirne fuori e finalmente vedere le cose. E non l'ombra delle cose.

3 commenti:

Ila ha detto...

Lo Stato delle Cose causa dolore.
Ma la cura Ludovico, con la sua quotidiana anestesia di massa, ha sempre funzionato a dovere nei secoli dei secoli...
La foto che hai scelto richiama un'idea della caverna fisicamente affascinante e fa venire voglia di ribaltare il concetto...quasi quasi, a patto di non essere incatenata e immobilizzata, non mi dispiacerebbe starmene in una bella grotta al calduccio di un falò con un po' di gente non anestetizzata a guardare le ombre del mondo che vorticano la fuori...noi nella nostra caverna materiale, loro nella loro aberrante caverna metaforica.
Presuntuosetta eh? ^^
Lo so, ma a volte il peso dell'incomunicabilità con questo mondo è davvero scoraggiante.

Felipe ha detto...

"Non incominciamo ad anteporre situazioni che possono evolversi in un certo qual modo in un determinato domani". - Giovanni Trapattoni

Ila ha detto...

e soprattutto non diciamo GATTO se non ce l'abbiamo nel sacco!! Porca miseria non mi ero mai resa conto che forse Trapattoni poteva essere l'anello mancante...a questo punto potrei inventare un linguaggio nuovo, non filtrato dai media e basato solo sulle massime del Trap x convincere le ottuse masse a ribellarsi alle prese per il culo dei potenti della terra...ah! che grande idea!! evviva! ^O^