giovedì 29 gennaio 2009

Il "caso" Battisti



Condivido in pieno l'opinione di Fulvio Abbate (e la conseguente "modesta proposta" di boicottaggio).E' vero... Cesare Battisti è una supponente faccia di cazzo (per quanto poi, in questo senso, anche il ministro Ronchi non scherzi affatto).

Il cinico opportunismo e la disonestà intellettuale che è alla base di tutto il cosiddetto "caso" Battisti, lascia traspirare il consueto miasma dolciastro della carogna putrefatta. Questo è del resto l'odore in cui i soliti ed opposti poteri del paese preferiscono fare esplodere e confondere i propri appetiti,sensi ed umori.
Questi poteri sono da un lato quello ministeriale, governativo,
statuario e finanziario della borghesia, e dall'altro quello delle varie chiese dell'"intelighentia antagonista" ufficiale. In questo caso specifico le responsabilità morali della cosiddetta intelighentia sono assai pesanti. Solo adottando la medesima disonestà intellettuale del potere che si pretende di combattere e criticare,si può finire con il vedere a tutti i costi un militante perseguitato in un ex rapinatore e (pluri)omicida che, ad un certo punto, riesce a fuggire in Francia dove si reinventa una verginità nel ruolo di (mediocre) scrittore di noir con un passato nei movimenti lottarmatisti dell'Italia degli anni '70, senza però avere il coraggio e la coerenza intellettuale di rivendicare, di quella vicenda, i morti ammazzati. Ci fosse almeno questa coerenza,probabilmente non riconoscerei in Battisti la supponente faccia di cazzo che vedo ora...

Quindi il malinconico lascito che deriva dalla vicenda è nella disperante certezza che ci sarà sempre un Cesare Battisti a legittimare l'esistenza di un ministro Ronchi. E viceversa. Ma tant'è...questo è il mondo in cui ci è dato di vivere.Altri, almeno per ora, non ne esistono.

1 commento:

Ila ha detto...

Ecco qualcuno che esprimeva più o meno lo stesso concetto all'epoca delle eroiche gesta di Battisti...

Imputato ascolta,
noi ti abbiamo ascoltato.

Tu non sapevi di avere una coscienza al fosforo
piantata tra l'aorta e l'intenzione,
noi ti abbiamo osservato
dal primo battere del cuore
fino ai ritmi più brevi
dell'ultima emozione
quando uccidevi,
favorendo il potere
i soci vitalizi del potere
ammucchiati in discesa
a difesa
della loro celebrazione.

E se tu la credevi vendetta
il fosforo di guardia
segnalava la tua urgenza di potere
mentre ti emozionavi nel ruolo più eccitante della legge
quello che non protegge
la parte del boia.

Imputato,
il dito più lungo della tua mano
è il medio
quello della mia
è l'indice,
eppure anche tu hai giudicato.

Hai assolto e hai condannato
al di sopra di me,
ma al di sopra di me,
per quello che hai fatto,
per come lo hai rinnovato
il potere ti è grato.

Ascolta
una volta un giudice come me
giudicò chi gli aveva dettato la legge:
prima cambiarono il giudice
e subito dopo
la legge.

Oggi, un giudice come me,
lo chiede al potere se può giudicare.
Tu sei il potere.
Vuoi essere giudicato?
Vuoi essere assolto o condannato?

Fabrizio De Andrè - Sogno numero Due