lunedì 18 agosto 2008

Il Bennet visto dalla luna


Sono le otto di sera ed arrivi a San Giorgio Scarampi.E' domenica, ed hai lavorato tutto il giorno.La notte precedente hai dormito tre ore.Scendi dall'auto e ti metti in piedi su una panchina del belvedere. La tua faccia è rivolta al disco arancione del sole che tramonta.La langa che hai di fronte si incendia di rosso e di oro, verso Cortemilia ed il Todocco,Castino e Perletto.Quello che vedi ha una potenza ancestrale,pagana.Come il sangue delle donne.Come il grano che cresce.
Entri nel minuscolo ristorante.Sei in buona compagnia e mangi molte ottime cose.Lingua con bagnetto di capperi,fiori di zucchino ripieni di patata e salsiccia,gnocchetti con formaggetta di Roccaverano e basilico.Alla fine prendi il caffè e ti bevi due grappini.Esci nel giardino del ristorante.Da questo lato le colline si aprono e degradano verso la Val Bormida.A dieci venti chilometri in linea d'aria, verso il basso, vedi la tua piccola città. E' un insieme di puntini luminosi e pulsanti,gialli e bianchi.Il tuo sguardo si concentra con insistenza su una luce rossa orizzontale più grande e luminosa delle altre.Intanto sulla tua testa la luna risplende bianca e piena.Vedi le ombre dei pipistrelli tracciare invisibili spirali nell'aria.Un vento dolce ma costante ti segnala la sua forza.I rami degli alberi si muovono ed ascolti il frusciare delle foglie.Hai freddo alle braccia nude.Una ragazza ti scalda con il suo abbraccio.La notte tutt'attorno è una pellicola blu viola sulle cose.I tuoi occhi ricadono sulla luce rossa orizzontale là in fondo.La riconosci.E' il Bennet.Allora capisci qual'è il punto.Qualche cosa non ritorna mai.Rimane sempre fuori posto.


1 commento:

Bluto ha detto...

Regala un bel suca al bennett, girati verso la padrona dell'abbraccio e baciala a lungo. quel bacio è il più dolce vaffanculo che puoi dedicare a questa merda di mondo marcio.